Fondazione Cesare Bartorelli proteggerà il cuore sostenendo studi avanzati in cardiologia sportiva

In Italia il 25,5% della popolazione pratica attività sportiva | Il Presidente Antonio Bartorelli: «Comprendere come il cuore si adatta e risponde all’esercizio fisico fornirà nuove prospettive su patologie come l’ipertensione, le aritmie e l’insufficienza cardiaca» | Il Vicepresidente Daniele Andreini: «Le ricerche in cardiologia sportiva dimostrano come screening mirati e tecnologie diagnostiche avanzate possano rilevare condizioni nascoste e pericolose» | Il Presidente di FMSI ed EFSMA Maurizio Casasco: «Impatto rilevante anche a livello sociale grazie al trasferimento delle conoscenze affinate al fianco degli atleti di massimo livello e messe a beneficio della popolazione»
Nel fundraising anche studi sulla prevenzione dell’arteriosclerosi coronarica e delle cardiomiopatie
Milano, 28 settembre 2024 – Il 29 settembre ricorre la Giornata Mondiale per il Cuore, appuntamento internazionale pensato per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari, prima causa di morte a livello globale. Il tema, che interessa anche il mondo dello sport amatoriale e professionistico, è tra le priorità della Fondazione Cesare Bartorelli per lo sviluppo della ricerca e della terapia cardiovascolare.
La Fondazione, riconosciuta come Ente del Terzo Settore, nata nel nome del professor Cesare Bartorelli, medico e formatore di medici, tra i più grandi clinici italiani del Novecento in Cardiologia, ha infatti posto tra le sue priorità quella di finanziare e studi avanzati in una branca specialistica che interessa milioni di cittadini: secondo il rapporto ISTAT BES del 2023, infatti, in Italia lo sport viene praticato da più di una persona su 4 (il 25,5%), valore che ha superato i livelli pre-pandemici (nel 2019 era pari al 23,4%).
«Sostenere questi progetti di ricerca – spiega il Presidente della Fondazione, professor Antonio Bartorelli, ordinario all’Università degli studi di Milano e Responsabile della Cardiologia Interventistica Universitaria presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano, che ha raccolto l’eredità del padre – è cruciale per l’intera disciplina cardiologica; le ragioni sono diverse, strategiche e scientifiche: essa, infatti, studia le reazioni del cuore e del sistema circolatorio durante l’esercizio fisico, situazioni in cui l’apparato cardiovascolare è sottoposto a uno stress intenso ed offre, pertanto, ai ricercatori, l’opportunità di approfondire i comportamenti del cuore sotto sforzo, informazioni applicabili a molteplici contesti, inclusi pazienti cardiopatici e persone sedentarie che cercano di migliorare la loro salute». Per il professor Bartorelli, dunque, «comprendere come il cuore si adatta e risponde all’esercizio fisico potrà fornire nuove prospettive su patologie comuni come l’ipertensione, le aritmie e l’insufficienza cardiaca».
Aggiunge al proposito il Vicepresidente della Fondazione, professor Daniele Andreini, anch’egli ordinario all’Università degli studi di Milano, Responsabile della Cardiologia Clinica ed Imaging Cardiaco e di Cardiologia dello Sport presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, che «anche un atleta, amatoriale o professionista, pur apparendo sano, può essere affetto da anomalie cardiache celate, potenzialmente pericolose durante l’attività fisica».
Secondo la Federazione Medico Sportiva Italiana proprio l’applicazione del “modello italiano” del preparticipation screening sulla popolazione, anche giovanissima, per indagare sulla natura degli incidenti cardiaci (specialmente in ambito sportivo, ha contribuito alla riduzione delle morti improvvise da sport in Italia rispetto al resto del mondo in un rapporto di1 a 1 milione e mezzo versus 1 a centomila. «I progetti di ricerca nella cardiologia sportiva – dice ancora Andreini – hanno dimostrato come screening più specifici e tecniche diagnostiche avanzate siano in grado di rilevare queste condizioni. Tali conoscenze non solo migliorano la sicurezza per gli atleti, ma hanno applicazioni più ampie nella prevenzione precoce delle malattie cardiovascolari nella popolazione generale».
Il Presidente Bartorelli rileva in questo contesto che «alcuni studi pubblicati dai membri del nostro board scientifico hanno esplorato le anomalie di origine delle coronarie, dimostrando come queste, pur rimanendo spesso inosservate nella popolazione generale, possano avere implicazioni critiche negli atleti, sottolineando l’importanza di screening cardiaci mirati; sostenere quindi i progetti di ricerca nella cardiologia dello sport significa investire in una comprensione più approfondita della fisiologia cardiaca, della prevenzione e della cura delle malattie cardiovascolari; i progressi ottenuti – chiosa – hanno un impatto diretto non solo sugli atleti, ma anche sulla popolazione più ampia e contribuiscono a migliorare la salute cardiovascolare globale e a ridurre i rischi legati all’esercizio fisico».
Plaude all’iniziativa di FCB il Presidente della Federazione italiana (FMSI) e di quella europea (EFSMA) di Medicina dello Sport, Maurizio Casasco, il quale evidenzia «l’alta valenza scientifica ed epidemiologica del progetto della Fondazione Cesare Bartorelli, che si propone di sostenere tramite fundraising ricerca e prevenzione e che ha, nel un lungimirante processo di interscambio tra ricerca e screening, sostanziato dalle competenze specialistiche della governance e del comitato scientifico e, in particolare, del suo Presidente, prof. Antonio Bartorelli e del suo Vicepresidente, prof. Daniele Andreini, la propria peculiarità. La ricerca scientifica – ha aggiunto Casasco – può avere un rilevante impatto anche a livello sociale proprio grazie al trasferimento delle conoscenze affinate al fianco degli atleti di massimo livello e messe a beneficio di tutta la popolazione; un tema che appartiene al know-how della FMSI e che vede la Federazione cooperare con realtà all’avanguardia, come la Fondazione Cesare Bartorelli, per lo sviluppo di programmi di prevenzione primaria e secondaria basati sull’esercizio fisico prescritto nella giusta dose, al pari di un farmaco, nei vari contesti non solo sportivi, ma anche socio-lavorativi per la prevenzione e il contrasto alle malattie non trasmissibili».
La Fondazione Cesare Bartorelli, operativa da quest’anno, è inoltre impegnata nel finanziamento di progetti che riguardano la prevenzione dell’arteriosclerosi coronarica e delle cardiomiopatie, condizioni che possono colpire sia gli atleti sia la popolazione generale.
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Massimo Boni
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Fondazione Cesare Bartorelli E.T.S. – Milano